Introduzione – Tratta dal testo Argimusco Decoded

2018-03-08T18:30:13+00:00 16/09/2013|INTRODUZIONE|0 Comments
…Come la Tradizione dell’Arte Regia alchemica, così caddero presto nell’oblio quelle conoscenze medico astrologiche che i Catalani avevano portato in Sicilia, conoscenze che la Corona d’Aragona applicava, peraltro, meticolosamente anche all’ambito politico e bellico. 

La Catalogna era all’inizio del 1300 al vertice della potenza politico-militare come delle scienze medico-alchemiche. I più grandi alchimisti dell’epoca erano, infatti, catalani: Arnau de Vilanova, Raimondo Lullo, etc.. 

Un re Catalano, il grande Federico, scelse, per vari fattori logistico-militari, quale Regia Aedes del potente Regno di Trinacria (o di Sicilia, per come lo intendeva lui) il piccolo paese di Montalbano. Questo per alcuni decenni si trasformò da piccola comunità rurale in uno dei centri più importanti del Mediterraneo, ospitante, oltre che numerosi dignitari aragonesi e catalani, anche uno dei più grandi cavalieri di ventura dell’epoca, Ramon Muntaner, e il più famoso medico-alchimista del Medioevo, Arnau de Vilanova, e, aggiungiamo, due anni dopo la sua morte, probabilmente, anche l’altro grande medico-alchimista catalano, Raimondo Lullo. 
Secondo la tradizione, che qui confermiamo, a Montalbano venne sepolto Arnau de Vilanova. 
Alla fine di quella splendida epoca, terminate le esigenze militari, finì anche l’importanza del piccolo centro montano Siciliano. Salvo qualche illustre visita, alla ricerca del “sacello arcis” del “Magister Arnaldus”. 
A testimonianza della presenza Catalana rimasero un paio di singolari portali di chiese (i cui uguali si trovano solo nella Catalogna dell’esilio cataro e della persistenza beghina), un “palacium” reale, come lo chiamò Ramon Muntaner, e poche altre tracce. 
A ricordo della raffinatissima cultura medico-astrologica portata da Arnau de Vilanova rimase, invece, l’Argimusco, incredibile resto di una civiltà, quella ermetico-arabo-sabea, tra le più elevate dell’intera storia umana. 
Gli eserciti, i dignitari di corte, i medici, gli architetti e tutto il mondo che girava attorno alla corte aragonese-catalana diffusero, colà come nel resto d’Europa, quella cultura medico-astrologica che, però, solo a Montalbano trovò un’unica grande applicazione tecnologica, sotto forma di un colossale Speculum Astrorum per la medicina, con tanto di strumentazione necessaria alla pratica medica del salasso. E con esso simboli templari, catari, alchemici, etc.. 
Tutto questo grazie all’intuito e alla determinazione di una delle più grandi Regine della storia europea, in anticipo di secoli nel campo dei diritti civili femminili e coerente religiosa francescana. Quella Regina, Eleonora, era una d’Angiò ovvero una regina di origine francese che anche, forse a causa della passione alchemica del fratello, Roberto d’Angiò Re di Napoli, credette tanto fermamente nel progetto del Maestro Arnau de Vilanova da finanziarlo su un’area del demanio regio. 
Urgeva, d’altronde, un tale talismano stellare per la salute del corpo del Re e della sua famiglia, causa le incombenti tribolazioni apocalittiche, annunciate dal Maestro. 
Grazie alle risorse del patrimonio personale di Eleonora, provenienti dalla Camera Reginale di Avola, potè, allora, realizzarsi un’opera maestosa, un Magnus Opus tanto per l’idea che per la realizzazione, su una lontana area montana e al riparo da occhi indiscreti. 
…Ed Eleonora è lì, ancora oggi, ritratta come nella Cattedrale di Messina, con le mani giunte in preghiera, per come gli prescriveva il suo Maestro Arnau. Poco distante da lei la possente Aquila della casata del suo orgoglioso marito e Re, Federico III, il Grande, Re di Sicilia. Simbologia astrale traslata in reverente omaggio ad una nobile committenza Regia, devota ed attenta al mondo. 
Financo, la stessa particolare procedura scelta, ovvero una “concessione lavori” finanziata dalla Regina (oggi si chiamerebbero “spese riservate della Presidenza”), consentì di mantenere il silenzio necessario per evitare le critiche da parte delle nobili famiglie Siciliane, già vessate causa anni di guerre, nonché da parte della Chiesa di Roma, che aveva scomunicato suo marito, il Re Federico. 
Quello stesso silenzio, fino ad oggi, ha consentito di mantenere pressochè intatto e sconosciuto il sito per secoli. 
La conoscenza medico-astrologica dello Specchio delle Stelle, intanto, spariva del tutto con la Controriforma seicentesca. 
Da allora quei muti resti dell’Argimusco sono diventati incomprensibili. 
Le tenebre della ragione, more solito, hanno generato i propri mostri, germinando successive frequentazioni da parte di streghe e “occultisti” di ogni risma. 
E gli idioti dell’occulto continuano ancora oggi a frequentare il sito praticando “riti magici” che rendono attualissime le invettive di Arnau contro di essi: “…Nos autem videmus quod tales invocaciones exercentes sordidioris vite sunt …” (“…coloro che fanno queste invocazioni sono esseri che conducono una vita sordida…”) e che continua dicendo che: “Scimus eciam quod talia exercentes ut plurimum ydyote sunt et, quod peius est, talium delusionum fetentes vetule sunt magistre…” (“…conosciamo anche coloro che fanno tali esercizi sono dei puri idioti e, ciò che è peggio, le maestre di tali inganni sono delle fetenti…”). 
Ben vengano allora gli amici studiosi puri, amanti della preistoria e del megalitismo new age…Oggi i simboli alchemici, catari e stellari, ultimo portato di una millenaria Tradizione, sono stati intesi quali prove di antichi “riti sessuali per la fecondità”… 
Certo, non si rende giustizia al Magister Arnau de Vilanova, fervente moralista e riformatore cristiano, ma, d’altra parte, a scambiare lucciole per lanterne che male c’è…? 
 
PAUL DEVINS e ALESSANDRO MUSCO

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